Google lancerà un servizio di streaming musicale per fare concorrenza a realtà come Spotify, Pandora, Rdio o al progetto top secret di casa Apple, ma non attraverso il Play Store. Sarà YouTube a subire una parziale metamorfosi, da portale di video sharing a piattaforma per l’ascolto dei brani senza obbligo di acquisto. È quanto riportato da CNN Money, che cita una fonte rimasta volutamente anonima ma considerata affidabile in quanto a conoscenza dei piani di Mountain View.
Dell’ipotesi si è parlato già nelle scorse settimane, in relazione a Google Play. A quanto pare, invece, lo store virtuale continuerà a vendere canzoni e album da ascoltare e scaricare principalmente sui dispositivi Android, mentre la nuova incarnazione di YouTube sarà dedicata allo streaming, con formule che andranno a ricalcare quanto già visto per la concorrenza: un’offerta gratuita finanziata dalla visualizzazione di banner e dall’ascolto di spot, oltre alla possibilità di sottoscrivere un abbonamento mettendo mano al portafogli e sbloccando così tutte le funzionalità.
Tra queste è possibile immaginare la gestione di playlist personalizzate, la creazione di stazioni radio basate sui propri gusti musicali, la condivisione sui social network del brani ascoltati e molto altro ancora. Al momento non sono stati forniti dettagli sulle tempistiche per assistere all’esordio del servizio, ma un team interno a Google sarebbe già impegnato nelle trattative necessarie con major discografiche ed etichette indipendenti. Ecco la risposta fornita da un portavoce di bigG interpellato sulla questione.
Nonostante di solito non rilasciamo commenti su rumor o indiscrezioni, confermiamo che alcuni fornitori di contenuti pensano di poter trarre benefici dalla sottoscrizione a pagamento degli utenti a un servizio di streaming, da affiancare ai proventi delle inserzioni pubblicitarie, dunque stiamo guardando in quella direzione.
Non una conferma, ma certamente nemmeno una smentita. Dopotutto l’industria discografica è tornata nel 2012 a far segnare una lieve crescita, dopo 13 anni di risultati negativi, grazie anche alle piattaforme digitali. L’accoglienza riservata dagli utenti a servizi come Spotify (da poco disponibile anche in Italia) mette in luce le potenzialità di una formula come quella dello streaming. YouTube di certo ha una base di utenti sufficientemente ampia per lanciarsi in questo nuovo ambito senza le difficoltà di una startup. Non è da escludere che i primi dettagli ufficiali sul progetto possano emergere già a maggio in occasione dell’evento Google I/O 2013.