Si prenda un servizio come Google Earth: le mappe di tutto il mondo, la possibilità di esplorare al tocco qualsiasi angolo recondito della terra, una realtà virtuale nella quale calarsi con ingrandimenti a definizioni mai viste prima d’ora. Si prenda poi un database come quello di YouTube: video da tutto il mondo, un lavorìo tutto user-generated, una quantità di materiale inimmaginabile proveniente da telefonini e videocamere private. Si mettano queste due cose assieme e da un semplice layer si ottiene un valore abnorme.
Il geotagging non è solo un link tra una rappresentazione del reale e la sua dislocazione geografica. Il geotagging è una rappresentazione ulteriore che permette di contestualizzare un oggetto, un evento, una fotografia. Significa non solo entrare in una mappa statica, ma viverne un momento preciso con il dinamismo di un video. Google già gode del materiale e delle possibilità offerte da Panoramio, ma con YouTube tutto si fa più intrigante in quanto un video può essere localizzato e pertanto è possibile trovare un luogo a partire da una riproduzione oppure, viceversa, è possibile vedere varie rappresentazioni a partire da un luogo identificato sulla mappa.
Tutto, come indicato, semplicemente a partire da un layer. Gli usi possibili per una funzione similare sono i più disparati. Gli aspetti più evidenti sono quelli ludici o comunque privati, ma l’uso può trovare facile e diretta applicazione anche nel booking o nel real estate: un filmato ed un riscontro su una mappa rappresentano un metodo senza eguali per far trovare la propria attività sul web.
Fin da subito il nuovo layer presenta materiale in abbondanza ed è ora destinato a crescere a ritmo elevato: nel momento in cui tale opportunità è resa pubblica sarà sempre maggiore il numero dei contributi “geotaggati” e l’integrazione tra Google Earth e YouTube è destinata a radicarsi grazie ad un ulteriore piccolo contributo informativo richiesto all’utenza (nel futuro, inoltre, è presumubile un completamento automatico di tali informazioni geospaziali grazie all’integrazione del GPS nella maggior parte dei dispositivi mobile e di ripresa).