Google potrebbe presto dare il via ad un nuovo progetto per l’affitto dei film tramite la piattaforma YouTube. Trattasi al momento di una suggestione ancora relativamente timida, ma proveniente dal Wall Street Journal e peraltro priva di smentite da Mountain View. Le trattative sarebbero soltanto alle prime fasi, però: nulla di imminente, ma il percorso di avvicinamento al grande passo potrebbe essere iniziato.
Fonti anonime avrebbero rivelato il contatto di Google con le major. Coinvolte in questa fase Lions Gate Entertainment Corp, Warner Brothers, Sony e Metro-Goldwyn-Mayer. L’affitto dei titoli prevederebbe la visione in streaming dei contenuti a fronte di un pagamento di 3.99 dollari per ogni singola fruizione. Ovviamente Google dovrebbe fare in modo di evitare ogni possibile copia pirata del contenuto, e su questo aspetto potrebbe gravitare gran parte del discorso intessuto con le major da coinvolgere. Secondo il Wall Street Journal, infatti, «alcuni titoli potrebbero essere disponibili sul sito lo stesso giorno in cui escono su DVD». Un test interno a Mountain View potrebbe presto prendere il via per analizzare le abitudini d’uso degli utenti in un arco temporale di tre mesi, dopodiché si avrebbero in mano dati significativi per dar concretamente forma al modello da promuovere.
I nomi già attivi in questo settore sono molti: da Netflix a Microsoft (tramite la Xbox), passando per iTunes, Hulu ed Amazon, fino all’annunciato Vevo (un progetto comune tra YouTube e Universal, ad oggi ancora offline). YouTube ha però un brand molto forte per quanto riguarda i video online ed è su questo fulcro che la leva dello streaming potrebbe generare il successo necessario. Per YouTube si tratterebbe probabilmente di una svolta: il servizio, infatti, gode di tanto successo quanto poca è però la monetizzazione del traffico in entrata. Abbandonando la forma del supporto pubblicitario come unico modello di business, YouTube potrebbe quindi dare una scrollata ai bilanci e dar vita a qualcosa in grado di scuotere non poco il settore.
YouTube è nato come repository di video amatoriali: viralità, scarsa qualità e lunghezza ridotta sono le caratteristiche che hanno reso il sito quel che è oggi. Diffondere streaming a pagamento potrebbe in parte snaturare il marchio, ma trattasi di un passaggio obbligato: le tecnologie attuali non permetterebbero di generare lucro proponendo semplici streaming con inserzioni pubblicitarie ed un cambio in corsa è l’unica cosa che Google può ipotizzare per mettere le mani anche su questo tipo di contenuti.