La sfida tra le varie piattaforme di streaming si gioca soprattutto a livello geografico. Mentre Netflix domina il mercato dei servizi video-on-demand (VOD) negli Stati Uniti, infatti, in Europa è YouTube ad avere la meglio. È quanto dimostra una ricerca condotta da Ampere Analysis, una società del Regno Unito, pronta a tratteggiare le caratteristiche del settore dello streaming nel Vecchio Continente.
Il consumo di prodotti on demand e in streaming è in aumento in tutto il mondo, in particolare nelle nazioni occidentali. Dai dati raccolti da Ampere Analysis, tramite ricerche condotte negli Stati Uniti e in nove paesi Europei, Netflix è diventato il servizio VOD più popolare in patria. Negli USA, infatti, il 47% degli intervistati sceglie il colosso dello streaming, contro il 42% degli utenti YouTube e il 22% di quelli Amazon Instant Video.
Lo scenario europeo, tuttavia, è estremamente diverso a livello europeo. Nel Regno Unito, in Germania, in Francia, in Spagna e in Italia, infatti, è YouTube ad avere la meglio sul rivale statunitense. Solo in Danimarca il colosso dello streaming riesce a conquistare la prima posizione, con il 41% degli utenti pronti a confermare di essersi avvalsi del servizio almeno una volta nell’ultimo mese.
Nel Regno Unito, la prima posizione è occupata da YouTube (44%), seguita dal 36% di BBC iPlayer e dal 20% di Netflix. Negli altri Paesi a maggioranza YouTube, inoltre, emergono molte piattaforme nazionali pronte a sfidare il colosso: in Italia, in particolare, svettano con una certa importanza i servizi di streaming gratuito di Rai.TV e Mediaset.
Vi è poi un dato molto interessante, che potrebbe ben presto cambiare gli scenari della fruizione online: con gli ultimi aggiornamenti in fatto di video, tra cui le sempre più popolari dirette, Facebook entra nella Top 5 di molti paesi: il 15% negli USA, il 14% in Germania, il 13% in Francia e ben il 31% in Italia.
La differenza tra USA e Europa potrebbe essere dovuta a una diversa abitudine nei confronti dei servizi a pagamento: mentre da decenni gli utenti statunitensi sono abituati a sottoscrivere un abbonamento per la fruizione dei programmi televisivi e online, per l’Europa si tratta di una questione del tutto recente, fatta eccezione per le pay-tv. In questo senso, Ampere Analysis pensa che i risultati si possano assimilare fra qualche anno, anche quando nel Vecchio Continente vi sarà il passaggio di massa da contenuti gratuiti ad altri a pagamento.