Per trarre profitto dalla visualizzazione dei filmati in streaming su YouTube è da sempre necessario soddisfare alcuni requisiti: soglie minime imposte dalla piattaforma per assicurare agli inserzionisti che il proprio brand sia associato a contenuti di qualità. Nell’aprile scorso la porta d’ingresso era stata fissata a 10.000 view, ora viene ulteriormente innalzata.
È una delle iniziative messe in campo dal servizio per garantire un maggior controllo sull’attività di utenti e canali. Ad annunciarlo un post comparso sul blog Inside AdWords di Google. Per entrare a far parte del Partner Program bisognerà aver dalla propria almeno 1.000 iscritti e 4.000 ore di riproduzione negli ultimi dodici mesi. I criteri saranno applicati anche ai canali che già monetizzano la loro attività con l’advertising. Entro la fine di febbraio sarà avviato un processo di revisione che, inevitabilmente, porterà all’esclusione dal programma di alcuni partner attuali.
Sia i nuovi canali che quelli già iscritti a YPP saranno automaticamente valutati secondo questi criteri rigorosi e se troveremo un canale che ripetutamente o esplicitamente viola le linee guida della nostra community lo rimuoveremo dal programma.
YouTube è consapevole che alzare la soglia di ingresso provocherà inevitabilmente l’esclusione dall’YPP di molti canali, ma lo considera un compromesso necessario per garantire un maggiore livello di protezione a tutti.
Questi cambiamenti interesseranno un numero significativo di canali, il 99% dei quali ha accumulato meno di 100 dollari nell’ultimo anno, mentre il 90% meno di 2,50 dollari nell’ultimo mese. Tutti coloro che non raggiungeranno la soglia saranno pagati per quanto già maturato come previsto dalla nostra policy di AdSense. In seguito a difficili considerazioni, pensiamo sia un compromesso necessario per proteggere la nostra community.
L’attività di controllo e revisione dei contenuti pubblicati sarà svolta in parte da personale e in parte da algoritmi di analisi evoluti. L’obiettivo è tenere lontano dalla piattaforma filmati come quelli finiti al centro di accese discussioni nei mesi scorsi, relativi a un’immagine sessualizzata dei più piccoli.