Lo scorso lunedì, la casa discografica BMG ha chiesto la rimozione da YouTube di quattro video per presunta violazione di copyright, azione portata a termine dal gruppo di Google in maniera solo temporanea in attesa di verifiche. Dopo aver effettuato i dovuti controlli, infatti, YouTube ha deciso di ripristinare i filmati, i quali sono ora nuovamente disponibili per il pubblico.
I tre video mostravano uno stralcio del filmato in cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama cantava la sigla d’apertura di Al Green “Let’s Stay Together”: in uno dei filmati bloccati il team di Mitt Romney usa la clip per screditare lo sfidante agli occhi del pubblico, mentre negli altri tre le immagini erano utilizzate all’interno di semplici notiziari per raccontare quanto successo con l’arrivo di Obama presso l’Apollo Theatre. Come aveva evidenziato l’Huffington Post, se si tentava di guardare tali filmati, l’utente si ritrovava solo un messaggio con la seguente dicitura: «questo video non è più disponibile a causa di un reclamo per il copyright di BMG_Rights_Management».
Non è comunque la prima volta che una richiesta di rimozione non giustificata colpisce una campagna presidenziale: la medesima cosa era avvenuta già nel 2008, quando il senatore John McCain, il candidato repubblicano alla presidenza USA, aveva inviato una lettera a YouTube lamentandosi del fatto che svariate richieste di violazione di copyright stavano limitando la propria campagna. In questo caso la vicenda appare più complessa, però, ed allo stesso tempo nebulosa.
Nel caso di Obama e Romney, un portavoce di YouTube ha spiegato ad Ars Technica che «quando ci viene notificato che un particolare video caricato sul nostro sito viola il diritto d’autore altrui, rimuoviamo il materiale in conformità con la legge». Il gruppo si è però rifiutato di esplicare quali strategie abbia intenzione di mettere in atto, in futuro, per evitare le richieste di takedown non lecite. E soprattutto non sono stati forniti dettagli ulteriori sul caso specifico, evitando così possibili imbarazzi tanto nei confronti degli utenti, quanto nei confronti delle major e delle personalità politiche tirate in ballo.
I filmati nel frattempo sono stati ripristinati. Il caso specifico meritava evidentemente di soprassedere sul diritto d’autore, e probabilmente la stessa BMG ha preferito accordare a YouTube tale deroga.