Il futuro di YouTube potrebbe essere decisamente diverso da quanto offerto dalla piattaforma oggi: nei prossimi anni, non si esclude infatti la possibilità di consentire l’introduzione di contenuti visualizzabili a pagamento, eventualmente anche tramite forme in abbonamento. Al momento si tratta solo di un’ipotesi lanciata dal CEO Salar Kamangar, ma quanto esplicato nel corso del D Dive spiega piuttosto chiaramente come si sta evolvendo il mercato dei video e non viene esclusa la possibilità di una scelta del genere.
YouTube basa oggi praticamente tutti i propri guadagni dall’advertising presente in ogni contenuto disponibile sulle proprie pagine, ma nei prossimi tempi la situazione potrebbe evolvere in una direzione differente: nello specifico, v’è l’intenzione di dar la possibilità ai partner che mettono a disposizione i contenuti sulla piattaforma di creare abbonamenti a pagamento. Chi dunque sia proprietario di un determinato contenuto protetto da copyright potrebbe offrire canali fruibili tramite abbonamento mensile, ma non è noto ancora quali potranno essere i costi del servizio.
Kamangar ha fornito qualche dettaglio sulla situazione attuale dell’industria dei video, sia online che offline. Oggi, il 20% dei ricavi provengono dalle vendite e dagli affitti dei contenuti, il 40% dalla pubblicità e un altro 40% proprio dagli abbonamenti. Sebbene il CEO di YouTube sia convinto che le entrate provenienti dall’advertising aumenteranno nei prossimi tempi, dall’altra parte vorrebbe chiaramente anche trarre profitto dall’introduzione di abbonamenti sulla propria piattaforma. Del resto, una stima del 40% di ricavi aggiuntivi provenienti proprio da tale possibilità è chiaramente una opportunità da non sottovalutare.
Intanto, a breve l’azienda lancerà 100 nuovi canali tematici, così da testare in anticipo l’opzione e vedere se riuscirà ad ottenere il successo sperato. Eventualmente, qualora dovesse riscontrare buoni risultati, la carta degli abbonamenti potrebbe essere sfoderata tra qualche tempo: «la nostra esperienza ci insegna che non si può prevedere cosa diventerà di successo: cerchiamo quindi di giocare su più tavoli».