Elizabeth Moody, responsabile dello sviluppo partner strategico per YouTube Music, scrive oggi sul blog ufficiale che l’azienda ha raggiunto un accordo di pubblicazione con importanti publisher musicali, come BMG Rights Management, Christian Copyright Solutions, ABKCO Music, Inc., Songs Music Publishing, Words & Music, Copyright Administration, Music Services, Reservoir Media Management e Songs of Virtual.
Se ad oggi i filmati dotati di colonna sonora non autorizzata venivano bloccati dal gruppo di Mountain View sulla base delle segnalazioni provenienti dalle case discografiche, tutto ciò si trasforma d’ora in poi da censura ad opportunità, tramutando così una proibizione in una occasione per monetizzare.
Moody traduce il tutto in maggiore possibilità di scelta per gli utenti YouTube appassionati di musica e altrettante opportunità per gli artisti di capitalizzare. E si parla di nomi del calibro di Adele, Cee Lo Green, Foo Fighters, The Rolling Stones, Sam Cooke e molti altri ancora. L’importanza del raggiungimento di questo accordo è presto spiegata: gli editori permettono adesso a Google di pubblicare annunci a fianco dei video pubblicati dagli utenti contenenti loro composizioni. Questi, i cantautori che rappresentano, le etichette discografiche e gli artisti possono incamerare denaro da reinvestire nella loro carriera e continuare a produrre nuovi album, cosa che secondo le intenzioni di Mountain View permetterà all’industria musicale di crescere e non soccombere sotto i colpi delle nuove tecnologie.
Il tutto sarà possibile grazie al sistema Content ID ideato da Google basato sulle informazioni fornite dalle case discografiche e che consente agli editori di identificare immediatamente se le loro composizioni appaiono in una registrazione audio o una cover pubblicata su YouTube. Content ID vanta già oltre 3.000 partner, tra cui tutti i principali publisher musicali, etichette discografiche, reti televisive e studi cinematografici.
Per il comparto è questo un forte passo avanti poiché implica il raggiungimento di un punto di equilibrio su cui entrambe le parti vedono premiato il rispettivo impegno. La proprietà intellettuale ne esce rinsaldata, insomma, ma tutto ciò senza opporre frizione alcuna alla libera creatività degli utenti che portano online le proprie creazioni. La pubblicità e gli introiti correlati saranno suddivisi secondo le modalità previste e tutte le arti potranno così attingere ad un mercato che altrimenti risulterebbe ostruito dall’impossibilità di trovare un accordo.
Ci guadagna Google, ci guadagnano le case discografiche, ci guadagnano gli autori e ci guadagnano gli utenti: un passo avanti generale che scrive una nuova importante pagina nella storia di YouTube.