Quando si confronta un obiettivo ci si chiede se la luminosità di quella lente è abbastanza per l’utilizzo che abbiamo in mente. Lo Zeiss Planar 50mm f/0,7 è un’ottica che probabilmente chiunque vorrebbe poter provare almeno una volta.
Nato alla NASA per la missione di allunaggio dell’Apollo negli anni ’60 per fotografie in situazione di luce ridotta. Come ispirazione del progetto furono utilizzati gli obiettivi superluminosi UR (Ultrarotstrahlung = infrared) realizzati dai nazisti ai tempi della seconda guerra mondiale ed applicati a vari sistemi d’arma.
Ne vennero prodotti solo 10 esemplari, di cui uno rimase al produttore, 6 furono comprati dalla NASA e gli ultimi 3 furono comprati dal famoso regista Stanley Kubrick. L’obiettivo, da 1,85 Kg, era fornito di un otturatore con tempi da 1″ a 1/200″ che fungeva anche da diaframma e che venne rimosso durante l’adattamento alle riprese con la cinepresa.
Kubrick comprò quegli obiettivi perché voleva realizzare un film utilizzando la sola luce naturale ed aveva necessità, quindi, di una grande luminosità. Quando iniziò le riprese del film Barry Lindon aveva a disposizione un 50mm, un 36,5mm ed un 24mm tutti luminosissimi. La sua idea era riuscire a riprendere le scene all’interno di vecchi castelli inglesi illuminate solo da candele, perché riteneva che la luce artificiale avrebbe reso fasulla la scena e non comunicato alla perfezione la visione del regista. Per gustare l’atmosfera di quelle scene vi rimando alla visione del film.
Come potete notare in questo articolo le immagini hanno uno sfocato di sfondo veramente stupendo e comunica veramente l’atmosfera di quei luoghi.
La storia di questa luminosissima e “mitica” lente vale veramente la pena di essere letta.