Lo zoo di Londra e Google annunciano oggi una partnership, che permetterà a chiunque di seguire in diretta (24 ore al giorno, senza interruzioni) alcuni degli animali presenti all’interno della struttura. I responsabili del parco hanno infatti installato tre videocamere nelle aree che ospitano la tartaruga delle Galapagos, il suricato e la lontra asiatica, trasmettendo in live streaming le immagini sulla piattaforma di video sharing YouTube.
Un progetto messo in campo sia per consentire ai navigatori di conoscere da vicino usi e abitudini delle specie in questione che per sperimentare l’impiego di soluzioni hi-tech nella loro tutela e salvaguardia. Inoltre, ricercatori da tutto il mondo potranno osservarne in modo non invasivo il comportamento, anche in condizioni solitamente non accessibili come durante le ore notturne. Dal punto di vista prettamente tecnico risulta interessante l’impiego da parte di bigG dei cosiddetti “white spaces”, ovvero le frequenze lasciate libere dalle emittenti per le trasmissioni televisive, che possono essere sfruttati per l’invio dei dati in modalità wireless su grandi distanze.
Un approccio che, nonostante ancora non sia divenuto uno standard, in un futuro non troppo lontano potrebbe arrivare a rimpiazzare Bluetooth, WiFi e impianti cablati in alcune particolari situazioni. In questo caso il segnale viene inviato dalle tre videocamere ad una sorta di hub centrale che si occupa della regia, inviando a sua volta il flusso video ai server di YouTube. Di seguito, i live streaming dei tre animali, direttamente dallo zoo di Londra. Buona visione.
La tartaruga delle Galapagos
Gli esemplari adulti possono raggiungere i 300 Kg di peso e 1,8 metri di lunghezza, con un’aspettativa media di vita pari a 150-200 anni.
Il suricato
Chiamato anche meerkat, è un mammifero carnivoro che solitamente vive nelle pianure aride e semi-desertiche dell’Africa meridionale.
La lontra asiatica
È la più piccola al mondo della sua specie e solitamente trova il suo habitat naturale nelle paludi di mangrovie e nelle aree paludose d’acqua dolce.