Zopa, denaro in P2P

Arriva in Italia Zopa, il portale sociale che consente agli utenti di offrire e ottenere prestiti personali. Già sperimentato in Gran Bretagna e Stati Uniti, il servizio potrebbe rivoluzionare il microcredito nel nostro Paese. Ma è davvero conveniente?
Zopa, denaro in P2P
Arriva in Italia Zopa, il portale sociale che consente agli utenti di offrire e ottenere prestiti personali. Già sperimentato in Gran Bretagna e Stati Uniti, il servizio potrebbe rivoluzionare il microcredito nel nostro Paese. Ma è davvero conveniente?

A distanza di un mese dal suo debutto negli Stati Uniti, giunge anche in Italia Zopa, il servizio di credito basato sul Web ideato nel 2005 in Gran Bretagna. L’acronimo Zopa significa “Zona di possibile accordo” e indica intuitivamente un luogo, virtuale e organizzato, in cui gli utenti si possono incontrare per elargire e contrarre prestiti in un ambiente protetto e soggetto alle tradizionali leggi sul credito. Ciò significa che ogni invidivuo, in possesso dei requisiti necessari, può prestare il proprio denaro ad altri utenti, che rifonderanno il prestito personale con le tradizionali rate ed interessi. Alle spalle del portale, attivo al momento solo nel Regno Unito, negli USA e nel nostro Paese, ci sono alcuni dei più importanti investitori che in questi anni hanno rivoluzionato gli acquisti e le operazioni finanziarie tra gli utenti della Rete. Molti degli investitori presenti in Zopa contribuirono al lancio di numerose realtà, come il portale di scambio di beni e aste eBay, la banca online Egg e il servizio telefonico VoIP Skype, tra i più utilizzati al mondo.

Il sistema, ormai collaudato e a pieno regime in Gran Bretagna da circa due anni, mette in comunicazione gli utenti sul modello “uno a molti”. Per tutelare coloro che investono il proprio denaro in Zopa, il sistema provvede a suddividere i prestiti tra un ampio numero di utenti, riducendo così considerevolmente i rischi legati all’eventuale insolvibilità di chi ha richiesto una certa cifra di denaro. Spalmare su un considerevole numero di richiedenti la cifra complessiva offerta per il prestito è dunque la principale strategia utilizzata da Zopa per rendere marginali, naturalmente in termini assoluti, i possibili inconvenienti cui va incontro chi decide di prestare denaro.

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Per accedere ai servizi di Zopa occorrono alcuni prerequisiti fondamentali, calibrati sulla legge e i regolamenti che normano l’emissione di crediti e la contrazione di prestiti in Italia. Gli utenti del portale devono essere, ovviamente, maggiorenni e residenti nel nostro Paese. È richiesto, inoltre, il possesso di un tradizionale conto corrente cui Zopa farà riferimento per le operazioni finanziarie sul portale. Per poter diventare prestatore è poi necessario fornire in prestito solo il proprio denaro e dichiarare di non far parte di un ente che eroga già prestiti in maniera professionale.

Forniti tutti i dati personali necessari e gli estremi del proprio conto corrente, si diventa operativi e pronti a usufruire dei servizi offerti da Zopa. Chi decide di prestare denaro deve effettuare un bonifico al portale, indicando la cifra totale che è disposto ad impegnare per l’emissione di credito. Come abbiamo già visto precedentemente, per rendere marginali i rischi, Zopa provvede automaticamente a suddividere la somma offerta su una cinquantina di richiedenti diversi, con una cifra che generalmente si aggira intorno ai 10 Euro. Su questa funzione predefinita, ogni prestatore può intervenire modulando la propria offerta per ogni singolo richiedente o negando la stessa. Per prestare denaro, gli utenti pubblicano sul mercato del portale un loro annuncio, specificando modalità e termini dell’accordo.

Specularmente, chi richiede un prestito provvede a inserire un annuncio sul portale indicando le condizioni con cui desidererebbe ottenere il denaro. Il motore di ricerca del sistema provvede poi a selezionare le offerte pubblicate dai prestatori che rispondono alle esigenze indicate dagli utenti che desiderano un prestito. Ottenuta una giusta combinazione tra le esigene di chi eroga e di chi ottiene denaro, il portale provvede all’accredito dopo aver verificato l’affidabilità e lo storico finanziario dell’utente che ha richiesto il prestito.

Per evitare confusioni o il rischio di una vera e propria anomia, i principi di funzionamento di Zopa sono necessariamente rigidi: una volta formulate le offerte e le richieste di denaro, gli utenti non possono più modificarne caratteristiche ed entità. Ciò garantisce non solo una necessaria coerenza in un settore estremamente delicato come l’erogazione di prestiti, ma anche una certa sicurezza per il portale, che si colloca come intermediario nelle numerose operazioni finanziarie attivate ogni giorno dagli utenti.

I prestatori delegano completamente a Zopa tutte le attività di sollecito e di recupero necessarie per il reperimento del credito. Come viene puntualizzato meticolosamente nel copioso regolamento del portale: «Tale mandato sarà eseguito da Zopa senza il percepimento di commissioni dirette o indirette: resta inteso che Zopa non risponderà in alcun modo del buon esito della procedura di recupero». Utilizzando i nickname come un comune social network, il servizio non fornisce mai la reale identità dei soggetti coinvolti nelle operazioni finanziarie. Se ciò da un lato garantisce il rispetto della privacy e una sostanziale sicurezza per gli utenti, dall’altro lancia qualche ombra sull’effettiva possibilità per i prestatori di rivalersi nelle sedi appropriate nei possibili casi di insolvenza. Il servizio assicura comunque la possibilità di accedere ai reali dati personali nei casi di particolare e straordinaria necessità.

Anche se in un ambiente protetto e appositamente calibrato per ridurre al minimo gli inconvenienti, prestare denaro rimane un’operazione finanziaria a rischio. Nei casi di insolvenza, i richiedenti sono tenuti ad avvisare tempestivamente Zopa che, sulla base delle leggi italiane, è tenuta ad avviare le procedure necessarie al recupero del credito e alla segnalazione dell’utente al Credit Bureau, l’ente sovranazionale che traccia e registra le informazioni sui richiedenti incapaci di saltare il loro debito nei tempi e nelle modalità previste dagli accordi.

Naturalmente Zopa applica una commissione per il suo ruolo di intermediario. Per incassare un finanziamento, ogni richiedente è tenuto a corrispondere al portale una commissione che oscilla tra lo 0,5% e il 2% della cifra ricevuta. La percentuale sulle cifre offerte come prestatore si aggira intorno all’1%. Alte le penali per i ritardi nei pagamenti, con interessi moratori – o per recupero – pari al 12% annuo, calcolati sulle rate scadute e non pagate.

Interessanti, invece, i rendimenti per i prestatori. Stando ai dati forniti da Zopa, sul mercato britannico gli utenti che hanno offerto credito hanno ricevuto un rendimento medio pari al 7% nel corso del 2007. La cifra è naturalmente indicativa e varia a seconda dei mercati offerti dal portale su cui si opera e dai tassi che si decide di applicare. Costruito sul funzionamento del prestito solidale, il meccanismo fornisce i migliori risultati sulla quantità, più che sulla singola entità di un unico accordo. Le funzioni predefinite offerte da Zopa assicurano, almeno sulla carta, un adeguato rapporto tra prestiti e livello degli interessi. Se un prestatore offre 1000 Euro a un tasso pari al 7% guadagna, quindi, 70 Euro di interessi ogni anno se la somma in questione è sempre in prestito e ripagata. Zopa tratterrà come commissione l’1% dell’intera somma, quindi 10 Euro. Nel caso in cui solo una parte dell’importo sia stato utilizzato per i prestiti, il prelievo della commissione sarà commisurato alla cifra effettivamente prestata.

Secondo la legge italiana, anche gli interessi percepiti dai singoli prestatori devono essere denunciati e sottoposti a tassazione. Il denaro guadagnato grazie a Zopa va quindi segnalato nella dichiarazione dei redditi alla voce “Redditi di capitale”.

Ma per un individuo in cerca di prestito, le condizioni offerte da Zopa sono effettivamente vantaggiose? Per scorprilo, proviamo a confrontare i tassi di interesse con un paio dei numerosi servizi nati in questi anni per il prestito. A seconda del profilo di credito in cui un richiedente viene inserito, ce ne sono quattro, per un prestito di 5.000 Euro spalmato su 12 mesi viene richiesto un TAEG che oscilla tra 5,1 e 8,9 punti percentuali. Alle medesime condizioni, un prestito Findomestic viene offerto con un TAEG medio pari al 10,25%. Un prestito da 5000 Euro da ripagare in due anni richiede un tasso che oscilla tra 5,5 e 9 punti percentuali su Zopa, a fronte di un TAEG dell’11,11% offerto indicativamente da Agos.

Numerosi operatori finanziari online non forniscono la possibilità di un preventivo immediato per un prestito ed è quindi difficile fornire dati sufficientemente attendibili per essere confrontati con le offerte di Zopa. Tuttavia, è interessante notare come il TAEG massimo della maggior parte degli istituti, che erogano crediti, superi quasi sempre di due/quattro punti percentuali il valore offerto da Zopa. Il sistema sembra dunque vantaggioso per chi è nella necessità di richiedere un prestito.

I risultati della prima fase di operatività in Italia, basata su un meccanismo per inviti per testare il funzionamento del sistema, sembrano confermare il crescente successo di Zopa dovuto alla sua convenienza. Benché in forma ridotta e con un numero limitato di utenti, il portale ha approvato prestiti per un importo complessivo superiore ai 160mila Euro in appena due mesi. La quasi totalità dei soggetti ad operare sul sito è costituita da uomini (93%) di età compresa tra i 25 e i 44 anni. Interessante anche la distribuzione degli utenti sul territorio nazionale. A farla da padrone è il centro-nord: il 20,3% di tutti gli utenti vive in Lombardia, il 14% nel Lazio e il 9,1% in Piemonte. I prestiti sono generalmente richiesti da lavoratori dipendenti (55%), imprenditori (24%) e dai liberi professionisti (13%).

Chi investe il proprio denaro in Zopa deve essere perfettamente cosciente dell’ambiente in cui si muove. Anche se il portale sembra progettato per attutire ed edulcorare i possibili malfunzionamenti del sistema, prestare denaro è sempre una scelta delicata che richiede una consapevole valutazione del rapporto tra rischi e benefici che l’operazione finanziara comporta.

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